“Sei veramente gelida,
Bice,
se ieri sera
nemmeno il vino Greco
è riuscito a scaldarti”

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Con la bella stagione calda siamo soliti invitare più di frequente gli amici  per un aperitivo o per cena  con cibi leggeri come le classiche insalate verdi o di pomodori magari raccolti nel proprio orto al massimo della produzione in questo periodo. Ma cosa accompagnare con le classiche insalate di riso? O con le carni? Cosa avviciniamo ad una bella caprese con la succulenta mozzarella di bufala? E su una delicata insalate di mare? Nella nostra bella veranda all’aperto di certo non mancano i vini italiani per soddisfare tutti questi nostri abbinamenti. C’è proprio l’imbarazzo della scelta e la nostra ricca produzione regionale ci viene in soccorso:  Ecco alcuni dei vini che ho assaggiato durante l’anno e li voglio condividere con voi.

Inizio con Chiaror sul Masso dell’Azienda Agricola i Carpini, sita a Pozzol Groppo (Al). Si tratta di un’azienda a conduzione biologica, olistica e vegana, a circa 400 mt di altitudine. Per questo vino vengono utilizzate le uve Timorasso, allevate su terreni ghiaiosi e su rocce calcaree. Il nome del vino “chiaror sul masso” richiama la particolarità di questi terreni che hanno la caratteristica di riflettere la luce argentata della luna creando un’atmosfera magica e incantevole. Riposa sui lieviti per trentasei mesi.

Nel bicchiere si presenta luminoso, con perlage fine e persistente, avvicinandolo al naso  note floreali e di miele di acacia, frutta esotica ananas e mango, crosta di pane. Perfetto servito come aperitivi ma, anche su primi ai frutti di mare.

Dalla provincia di Alessandria, arrivare nel territorio del Roero è semplice.  siamo sulla parte sinistra del fiume Tanaro tra Asti e Cuneo. L’azienda Demarie, della quale ho assaggiato il Metodo Classico prodotto con uve autoctone Arneis in purezza, il vino è For you Roero Arneis appena versato mi accoglie luminoso e vivace con pèrlage fine e persistente, al naso fiori di ginestra e camomilla seguiti da frutta… e gustosi sentori di crosta di pane. Da sposare con gustose tartine a base di gamberetti e crudità di mare. Servito a  8° allieterà i vostri momenti conviviali. https://demarie.com/ 

Ci allontaniamo dall’Azienda Demarie per poi ritornare e ci spostiamo verso nord est, varchiamo di qualche chilometro il confine italo – sloveno siamo sul Collio Istriano. Ecco  Noir, Pinot Noir in purezza dell’Azienda Istriana Wine qui la forza del pinot nero emerge con sentori di lamponi, fragole di bosco e in confettura. Piacevole, tannino morbido, il vino è fine ed elegante. Ideale da gustare dopo una bella giornata al mare  ma anche da abbinare ad una bella crostata di prugne o ciliegie https://istriana.wine/

Altro vino simpatico, frizzante pieno di energia il “Luigi” prodotto ancora dall’Azienda Demarie. Ottenuto da uve Arneis, al naso note agrumate di freschezza. “Luigi” è un Pét-Nat, abbreviazione del termine francese Pétillant Naturelle, un vino spumante naturale da Metodo Ancestrale. Il vino ottenuto da un’unica fermentazione imbottigliato durante la fermentazione alcolica, quando  gli zuccheri naturali dell’uva non sono esauriti. Non viene sboccato quindi i lieviti riposano sul fondo della bottiglia .Si può degustare in vari modi. Ottimo come aperitivo, ma anche su piatti delicati.

E’ la volta di Durin, prodotto con uve Pigato in purezza. La zona di produzione è la Riviera Ligure di Ponente precisamente ad Ortovero (SV). Il produttore è Antonio Basso appartiene alla terza generazione di viticultori,  coadiuvato dalla moglie Laura. Gli appezzamenti si alternano tra zone pianeggianti e zone impervie con terrazze irte e scoscese. Durin è un vino che vanta numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali. Bianco e secco, si presenta paglierino con delicati riflessi dorati,  consistente e ampio al naso con fiori gialli e frutta susina e pesca matura, fragrante e di lunga persistenza, piacevolmente salmastro. Ho abbinato  una fragrante pizza margherita ed abbondante basilico per rendere onore alla sua provenienza. …un  matrimonio perfetto.  Lo troverei gradevole anche su  zuppe di legumi o di verdure in questo caso servito a 10°. www.durin.it .

Il prossimo assaggio è Umbria Grechetto IGT, uve Grechetto, prodotto dall’Azienda Raìna, diretta da Francesco Mariani, viticultore e cuoco a Montefalco, che pratica agricoltura biodinamica assieme al suo amico e collaboratore Andrea Mattioli.  Siamo a circa 220 m. sul livello del mare. Due giorni di macerazione sulle bucce in vasche di acciaio inox senza aggiunta di lievito, non subisce chiarificazione ne viene filtrato, fa due mesi in bottiglia. Nel bicchiere è giallo paglierino con riflessi dorati, al naso frutti a pasta gialla, pesca e susina, in bocca è caldo, secco, con ottima spalla acida e con  finale piacevolmente sapido. Ottimo a  tutto pasto di spaghetti alla vongole e grigliata di pesce.

Sto seguendo un ordine di degustazione e non di provenienza,  per completare i vini bianchi andiamo in Sicilia. Il protagonista di quest’assaggio è Zibibbo della Cantina Alcesti 30ha nel territorio che si estende tra Marsala, Mazara e Salemi. Altitudine variabile compresa tra i 100 e 280 m s.l.m. Zibibbo, è un vino vegano vincitore di numerosi riconoscimenti. Di grande mineralità e freschezza molto piacevole al palato. Affinato per oltre 4 mesi in acciaio, per poi completare in bottiglia il suo ciclo.  Alla vista si presenta con riflessi verdolini, luminoso con sentori di fiori di zagara, secco, sapido e di buon corpo, leggermente spostato sulle durezze come deve essere un bianco giovane, molto piacevole. Ideale sia come aperitivo che sugli antipasti che sui primi di mare, ottimo anche sui formaggi freschi, temperatura di servizio 12°.

Dopo i bianchi ecco il rosato, Alcuni vini da vitigni indomabili e ribelli mi  soddisfano appieno, proprio come l’uva Gaglioppo con il quale l’amico Sergio Arcuri produce un ottimo rosato “Il Marinetto”.  Siamo a Cirò Marina da suoli calcarei argillosi e sabbiosi. Camminare su queste sue vigne vuol dire con pochi metri raggiungere la spiaggia. Diraspapigiatura, contatto con le bucce per poche ore in vasca aperta di cemento e svinatura del mosto fiore, senza torchiature. Fermentazione spontanea in tini di cemento e affinamento negli stessi contenitori per quattro mesi.  Ho degustato il 2018, colore vivo, con riflessi luminosi. Al naso frutti rossi croccanti di  ciliegia e frutti di bosco. Di ottima struttura, armonioso e fine. Abbinato con  melanzane ripiene di provola affumicata e uova sode al forno. Moglie e buoi… .

Dopo il Ciro’ parliamo del primo vino rosso, questa bottiglia ci porta nella provincia autonoma di Bolzano, in Alto Adige precisamente nel Maso di Thurnof degustando St. MAGDALENER annata 2019 da  antico vitigno autoctono Vernatsch tipico della zona conosciuto come Schiava gentile in italiano e con una piccola aggiunta di Lagrein, vino pulito ed elegante. Si presenta con sentori di ciliegia croccante,   tannini morbidi  ed equilibrati,  fine e armonico ideale per accompagnare aperitivi con salumi, , paste asciutte, carni bianche o vitello, maiale, ma anche piatti di pesce e formaggi non troppo stagionati. www.thurnhof.com. www.thurnhof.com

Dopo il  Santa Maddalena  andiamo verso la Calabria Citra, con un rosso ben strutturato, Creta adatto al barbecue per una bella grigliata di carne. Uve Aglianico, 13,5 Vol. alla vista si presenta limpido,  colore rosso rubino intenso con leggere note violacee. Macerazione e fermentazione in anfora di terracotta interrata. Al naso è intenso e di complessità spicca un acceso corredo balsamico di eucalipto e di erbe medicinali, seguito da note fruttate di fragrante amarena . In bocca è diretto, secco e caldo, con una trama tannica  pronunciata e una mineralità importante. E’  intenso e  di lunga persistenza . Pervade la beva con bouquet di fiori rossi, a seguire, frutta rossa di  amarena e ciliegia . Equilibrato e di buon corpo. Carne alla griglia, intingoli di carne, primi di carne ottimo con le lasagne. L’azienda che lo produce è archeo-enologica Acroneo,  situata a Serricella d’Acri, le vigne sono nel Comune di San Demetrio Corone, a circa 400 s.l.m,  vigne vecchie di circa 60-80 anni da varietà autoctone: Magliocco, Greco bianco e Greco nero. L’azienda viene diretta dal giovane Gabriele Bafaro, laurea in Archeologia, ma sceglie di fare il viticultore, un mestiere ed una passione fusi insieme che riescono a dare frutti grandiosi. Le  anfore di affinamento interrate sono da lui brevettate. https://www.acroneo.it/ .  

Eccoci al Moscato di Saracena, parliamo di un grande vino passito, testimone di un’antica tradizione, si presenta di colore dell’ambra con riflessi dorati, luminoso , molto consistente con un ventaglio aromatico ampio,  di albicocca disidratata,  miele d’acacia,  frutta candita, ananas, cera d’api, incenso, cuoio, tabacco, liquirizia, cioccolato, fondi di caffè, resine balsamiche e molto altro ancora. Sostenuto da un ottima acidità nel retrogusto di buccia di mandorla che invita a riempire il bicchiere. Abbinamento: dolci a pasta di mandorle, dolci della tradizione regionale, ideale con la “Pitta mpigliata” calabrese, ineguagliabile a fine pasto sui formaggi erborinati, ama anche da essere gustato come vino da meditazione con accanto scaglie di Parmigiano Reggiano di trentasei mesi o un Pecorino Crotonese DOP di altrettanta stagionatura. Dell’Azienda Viola questo passito rappresentativo di uno dei  vini da dessert più interessanti e unici nel panorama Italiano e sicuramente anche in quello mondiale. Denominato anche vino dei Papi, per la loro predilezione di vini per la messa, viene prodotto nel Comune di Saracena (CS), ai piedi del Pollino e l’artefice della valorizzazione di questo prodotto divenuto Presidio Slow Food è stato Luigi Viola maestro di scuola elementare che una volta in pensione ha deciso di farlo conoscere al grande pubblico. Prima della sua valorizzazione questo vino era relegato alla tradizione familiare ma erano sempre meno le famiglie che lo producevano. Per la produzione  le donne sedute a ruota, schiacciano gli acini appassiti delle uve Moscatello e Duraca, operazione delicata e laboriosa, con cui  si evita di rompere i vinaccioli per non conferire tannicità al mosto. Moscatello e Duraca dunque vengono aggiunte al mosto di Guarnaccia e Malvasia, il mosto di queste ultime uve viene ridotto di un terzo grazie all’azione della bollitura, proprio come usavano gli antichi Greci.  A coadiuvare il lavoro di  Luigi, in cantina la  moglie Margherita e i Figli Claudio, Alessandro e Roberto. www.cantineviola.it/

The last but not the least, rimanendo sempre in terra calabra e in terra di passiti, dal Pollino scendiamo verso l’Aspromonte, in  punta dello stivale nella Calabria Ulteriore precisamente nel Comune di Bianco (RC). Santino Lucà dell’omonima cantina, ci delizia con un vino che ha tanto da raccontare e che trae la sua origine dai coloni greci. Stiamo parlando del Greco di Bianco, citato dallo storico romano Strabone. Secondo le tante leggende che ruotano attorno a questo vino, una attribuisce la della vittoria dei Locresi contro i crotoniati nel VI secolo a.C. i quali erano in numero esiguo rispetto al temibile esercito “krotoniate” guidato dal mitico Milone la vittoria fu attribuita al vigore che infuse questo vino bevuto prima di quella battaglia, la battaglia sul fiume Sagra. Lasciato appassire sui graticci dopo la vendemmia si presenta giallo dorato con riflessi ambrati. Molto consistente con delicate note di zagara, agrumi, bergamotto, frutta candita, fichi secchi e finale mandorle,  ottima la spalla acida. Si abbina bene alla pasticceria ed ai formaggi erborinati o stagionati a pasta dura. Servire a temperatura dai 6°- 8 °C a 10°-12 °C, in funzione dell’ utilizzazione.La zona di produzione del Greco di Bianco è compresa tra i comuni di  Bianco e Casignana, nell’area cosiddetta grecanica (RC), terra di vino la quale fu nominata “enotria” come tutta la Calabria d’altronde.

Buon Ferragosto e buona lettura.

 


 

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