“Pre-British”: il film che preannuncia la rinascita del Marsala prima di Woodhouse

Alla kermesse Vini di Vignaioli di Fornovo (PR) è stato proiettato Pre-British, il docufilm che ridisegna un ritorno alle origini prima dell’arrivo di John Woodhouse

 

Marsala è la città dell’omonimo vino, la cui metodologia di produzione risale ai romani. Furono però i greci a impossessarsi per primi delle coste siciliane attorno al V sec. a.C., quando salì al potere il tiranno di Siracusa Dionisio il Vecchio. Dopo il dominio romano dei secoli successivi l’isola passò in mano araba tra IX e X sec. Gli arabi chiamarono la città dapprima Marsha Alì (Porto di Ali), poi Marsa Allah e infine Marsala. Nella storia più recente la città è stata teatro dello sbarco dei Mille, l’impresa che ha poi condotto all’Unità d’Italia.

Prima di prendere il nome di “Marsala”, il vino del posto era chiamato “Perpetuo”, ed era il prodotto di un procedimento di vinificazione tutto latino: si disponevano le botti secondo un ordine sequenziale, da una botte grande per poi procedere con botti via via più piccole, a formare una sorta di piramide. Quando si spillava il vino dalla botte più piccola, questa veniva rabboccata con il vino della botte precedente, e così via fino ad arrivare alla botte più grande, che veniva a sua volta colmata con il vino della produzione della nuova annata: da qui il nome di “Perpetuo”. Il procedimento è simile a quello usato per la produzione dello Sherry e del Porto, entrambi vini di derivazione romana.

I vini ottenuti in questo modo sono austeri, dal colore ambrato- dorato, nel caso dei bianchi, e rubino nel caso dei rossi. I vini si caratterizzano per una forte complessità aromatica, e sono perfetti per intriganti abbinamenti, che spaziano dai formaggi stagionati, alle ostriche, al cioccolato e ai dolci di mandorle, come è tradizione nell’isola. Il Perpetuo è ideale nel fine pasto e in passato era spesso riservato come vino delle grandi occasioni.

A portare una forte ventata di novità fu il commerciante inglese John Woodhouse, che nel 1773 sbarcò a Marsala. Assaggiato il vino, l’inglese se ne innamorò e pensò subito che sarebbe piaciuto ai suoi connazionali e sarebbe potuto divenire fonte di guadagno. In quegli anni l’Inghilterra aveva una forte carenza di vino, specialmente di Sherry e di Porto, a causa dell’assenza di scambi commerciali tra Spagna e Inghilterra dovuta alla crisi per la contesa delle Falkland. Per garantire la conservabilità del Marsala durante la traversata, Woodhouse lo fortificò con dell’acquavite.

Gli affari andarono a gonfie vele, come previsto. Nacque dunque il Marsala, e si perse il Perpetuo. Dato l’enorme successo, durante la fine dell’Ottocento nell’isola accorsero anche tanti altri investitori prima inglesi e poi italiani; tra questi i Florio, antica famiglia di origine calabrese, i Rollo, i Curatolo e molti altri. Questi imprenditori del vino comprarono cantine, impiantarono nuovi vigneti e rinnovarono quelli esistenti. Nel 1969 il Marsala ottenne la certificazione DOC, una tra le prime d’Italia. Il successo del vino Marsala durò per circa due secoli, per poi offuscarsi verso la fine degli anni Ottanta del Novecento.

Tuttavia, la tradizione dell’originale vino Perpetuo fu portata avanti da alcuni produttori − tra questi l’indimenticabile Marco De Bartoli con il Vecchio Samperi − e oggi diviene fonte d’ispirazione per Sebio de Bartoli, Vincenzo Angileri, Pierpaolo Badalucco e Nino Barraco, quattro giovani produttori che hanno scelto di recuperare vecchi vigneti e di sfruttare metodi biologici di allevamento della vite. Il loro è un vino “pre-British”, come è stato definito: un nome che segna un ritorno alle origini, prima dell’arrivo di Woodhouse, e un tentativo di riappropriarsi della storia del vino della città di Marsala e della propria tradizione. Un Marsala prima del Marsala.

L’iniziativa ha colpito il regista Andrea Mignolo, che ha realizzato l’omonimo docufilm Pre-British, proiettato in anteprima a Milano, all’Apollo, e ora nel corso di Vini di Vignaioli a Fornovo, l’importante manifestazione sui vini naturali che si tiene regolarmente nella provincia parmense da circa un ventennio.  Alla presentazione del film a Fornovo erano presenti lo stesso regista e alcuni produttori − Sebio de Bartoli, Pierpaolo Badalucco e Nino Barraco −, che hanno discusso della loro idea e del loro modo di produrre, come un tempo, il vino Perpetuo.

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